Titoli azionari

Il Trading per eccellenza si effettua sui titoli azionari. Del resto possono dare ottime soddisfazioni così come grandi delusioni. Ma forse sta proprio in questo il fascino che cattura tantissimi investitori e ormai in larga parte anche piccoli investitori.

Soprattutto con i titoli azionari viene fuori l'emotività degli investitori e del mercato stesso. E' per questo che è necessario carrozzarci bene prima di scendere in campo, imparando dagli errori (sia nostri che altrui), e difendendoci da "noi stessi". A questo proposito vi consiglio di consultare la pagina "le mie Regole" con il focus relativo agli errori più frequenti.

A questo punto è importante fissare dei criteri per scegliere i titoli su cui operare. Io proporrei questi:

 

Considerare inizialmente solo i titoli italiani
Per abituarsi alle "regole del gioco" che detta ogni mercato, è bene cominciare dal nostro. Solo così riuscirò a scegliere più facilmente tra i tanti titoli per esempio del mercato americano (caratterizzato da una maggiore volatilità).
  
Avvicinarsi ai panieri più liquidi, quindi con maggiori volumi
Questo perché il volume degli scambi è di fondamentale importanza per capire se una indicazione di acquisto o vendita che viene dalla "lettura" del grafico è confermato o si tratta solamente di un falso allarme.
  
Identificare quei titoli che danno maggiori chance di profitto
Non si direbbe ma ogni titolo ha un suo "stile" di movimento caratteristico, quindi riuscire ad identificarlo ci permette di scegliere i migliori di ogni paniere, sui quali operare. Non devo operare su di un titolo perché mi piace la società che ci sta dietro o perché me lo hanno consigliato. Naturalmente questo criterio è perseguibile solo se si hanno a disposizione le serie storiche dei titoli o dei grafici di almeno un paio di anni.
  
La mancanza di riferimenti storici implica l'alto rischio dei nuovi collocamenti
Quindi ritengo che la cosa migliore da fare sia aspettare che il titolo arrivi al mercato e decidere di conseguenza se entrare o starne fuori. Tanto se il titolo parte, sul treno c'è posto per tutti. Soltanto ora si cominciano ad intravedere per esempio i titoli più interessanti del Nuovo Mercato.
   
Non seguire troppi titoli
Io direi non più di 40 o 50 in tutto se si ha la possibilità di consultare i grafici una volta al giorno (molti di più se si dispone di un sistema automatico che evidenzia i titoli in particolari situazioni tecniche). Se ne possono seguire relativamente pochi se si dispone di pochissimo tempo nell'arco di una settimana.

 

 

L'importanza della Forza Relativa

 

La Forza Relativa è la differenza di benchmark rispetto ad un altro titolo o meglio ancora rispetto ad un un indice. Quindi ci indica ad esempio se un determinato titolo cresce più "facilmente" rispetto all'indice del paniere a cui appartiene.

Questo ci porta ad esempio a preferire i titoli con maggiore forza relativa quando il mercato "tira" perché guadagneranno di più.

Viceversa quando il mercato è orso sceglieremo i titoli che scendono di meno rispetto all'indice di riferimento e quindi male che vada mi fanno perdere meno.


Ci sarebbero poi altri parametri da considerare a questo proposito, come i coefficienti alfa e beta, ma richiederebbero una lunga trattazione di approfondimento, per cui per illustrarli in maniera pratica vi aiuterò con l'immagine della elaborazione delle performance del titolo Banca Fideuram in una finestra temporale di due anni. Vi faccio notare i due strumenti in basso a sinistra, che evidenziano una variazione positiva media maggiore della variazione media negativa, (tra l'altro la variazione giornaliera massima è di +11% contro i -8%).

Significa che nel periodo storico analizzato è risultato un valido titolo per il trading, ma queste considerazioni ci portano anche a stare alla larga dai titoli che hanno oscillazioni negative maggiori delle oscillazioni positive ...


 

 

Non è necessario inseguire le piccole variazioni

 

Se non posso seguire continuamente il titolo? Se non voglio rodermi il fegato con tante piccole operazioni e tanti stop loss?
Segui solo i trend primari risponderei io. Si può fare trading anche con una prospettiva temporale più lunga, (che non significa comprare i titoli e tenerseli per molto tempo!!!). Ma significa preoccuparsi solo delle tendenze di fondo che solitamente sono più lunghe e facilmente individuabili.
Nel grafico ho messo un cerchietto in corrispondenza di ogni perforazione delle linee di tendenza di medio-lungo periodo con i conseguenti segnali di buy o sell, che come potete notare sono radi ma profittevoli.


 

 

In conclusione.

  • Come per i fondi comuni, anche per i titoli è importantissimo costituire un proprio paniere con quelli che ci facilitano l'attività di trading.
  • Una volta scelto il nostro ventaglio di titoli su cui operare si potrà cominciare quello che amo definire "il paziente e meticoloso lavoro di osservazione degli eventi". Naturalmente per trarne profitto come insegna l'Analisi Tecnica. Prendendoci tutti gli stop loss che servono ma applicando ove possibile qualche sistema automatico per ridurre lo stress ed il tempo impiegato per l'analisi.
  • Finalmente oggi non sono solo gli investitori istituzionali che possono vendere delle azioni allo scoperto. Questo per esempio per investire su di un ribasso, infatti cominciano ad esserci dei Broker Online che consentono con il loro TOL la vendita allo scoperto e/o in marginazione nel corso della giornata stessa (intraday) o per un periodo più lungo.

 

 

 

Fondi Comuni di Investimento

Penso che tutti sappiano già cosa è un fondo di investimento quindi sarò molto sintetico. Un fondo comune di investimento è costituito da un insieme molto ampio di investitori che versano denaro in una sorta di "cassa" comune, con una cifra minima che può variare da poche centinaia a qualche migliaia di euro.

Il Gestore del fondo, deciderà su cosa investire quell'immenso capitale, rispettando però le regole imposte dallo "statuto", (vedete che in finanza ci sono sempre delle regole da rispettare ...). 

In pratica se si tratta di un fondo azionario italiano, il Gestore potrebbe essere obbligato a rispettare queste regole di esempio: investire in titoli azionari italiani da un minimo del 70% ad un massimo del 100% del capitale, scegliendo almeno 6 titoli con un peso per titolo non superiore al 30% del totale.

Quando i titoli sottostanti salgono di valore fanno aumentare anche il capitale del fondo, e quindi anche il valore delle quote possedute dai singoli investitori.

Ma allora siamo a cavallo!!! Se questi professionisti possono disporre di decine di esperti, di centinaia di computer, di miliardi di euro da investire e soprattutto se hanno alle spalle una struttura molto solida ed attendibile ... (?), allora ci faranno sicuramente diventare ricchi.

Invece no, perché nonostante ci siano anche società serie e Gestori bravissimi, normalmente i fondi sono molto inerziali, statici e tendono a rimanere troppo ancorati ai titoli sottostanti, in certi casi crollando inesorabilmente con essi per non parlare poi dei costi occulti o delle spese di gestione.

 

 

Un esempio di come i Gestori non sempre sono "bravi" Gestori:

 

Nel grande ribasso di Borsa dell'estate 1998 una gran quantità di Gestori italiani non riuscì a sfruttare l'occasione. C'era stata una crescita interminabile culminata con i massimi storici (anche degli indicatori quindi con un forte livello di criticità), a cui è seguito un movimento di poco in salita (quindi una possibile fase di congestione) con una perdita di forza progressiva. 

Ebbene dopo ripetuti  rimbalzi (ben 6) su di un solido supporto, c'è stata la rottura al ribasso con l'indicatore MACD che è passato ampiamente sotto lo zero (= mercato orso), come potete vedere nel grafico in corrispondenza del cerchietto giallo.


Ci credereste? Molti Gestori erano ancora dentro, ed alcuni avevano addirittura incrementato sotto la pressione della liquidità da investire.
L'Analisi Tecnica parla molto chiaro in proposito, si doveva vendere senza pietà, per poi ricomprare in corrispondenza del secondo cerchietto giallo, quando il mercato si è girato nuovamente. Pensate a quel -25% che tutti gli investitori si sarebbero risparmiati!!!
Non solo, se i Gestori avessero venduto e poi fossero rientrati "come da manuale", avrebbero guadagnato un bel 25% in 3 mesi perché il mercato è tornato di nuovo ai massimi. Quindi si sarebbero trovati con un capitale incrementato anziché riportato allo stato precedente. Niente è più eloquente del grafico. 


 

 

Un esempio di quando i Gestori hanno le mani legate:

 

A discolpa dei Gestori va detto anche che può capitare una situazione in cui loro hanno le mani legate, come ad esempio nel caso della crisi asiatica in cui tutti i titoli di quei mercati perdevano di valore. Essendoci le famose regole, non si poteva investire su titoli di altri mercati quindi i fondi perdevano ...
Ma in questi casi è il piccolo investitore che doveva fare trading sul fondo vendendo e riacquistando più volte.
Si è guadagnato tanto nel 1999 con i fondi dell'area pacifico che hanno avuto una escursione spaventosa: quasi il 90% in poco più di un anno.
Guardate il grafico con le variazioni in percentuale su 5 anni ...
E chi fosse entrato all'inizio del 2000? Attenzione a pensare che nel lungo periodo guadagnerebbe sempre e comunque.
Infatti, statistiche alla mano, solo "in media" l'azionario è sempre più remunerativo dell'obbligazionario in un orizzonte temporale di almeno 10 anni, non è detto che ciò avvenga per ogni fondo azionario.


 

 

Ma siamo proprio sicuri che sul lungo periodo si guadagna comunque ?

 

Se guardiamo gli indici di Borsa mondiali sembrerebbe di si perché tutte le Borse, a lungo termine, chi più e chi meno salgono come si può vedere anche nel grafico di questo fondo azionario italiano.


Ma attenzione perché la Legge di Murphy dice: <<se qualcosa può andare storto lo farà sicuramente!!!>>. Guardate il grafico di questo fondo che investe nei paesi emergenti.

Qualunque motivo ci sia sotto, resta il fatto che dopo 5 anni, ha registrato un valore inferiore al suo stesso collocamento. Vi sembra che sia un buon investimento a lungo termine?


Ma allora questi fondi sono da evitare? Bisogna confidare nella fortuna?

Direi proprio di no, visto che avrete sicuramente notato che questo fondo ha avuto escursioni anche del 100% e si presta molto bene al trading.

Se poi disponiamo di un Trading System ben ottimizzato, guardate un po' nel grafico cosa si poteva ottenere ...

 

P.s.:

La linea gialla si chiama Equity Line e rappresenta il valore accumulato dalla quota rispettando i segnali automatici Buy e Sell del Trading System.


 

 

In conclusione

  • I fondi comuni costituiscono un'ottima opportunità di investimento. Perché sono accessibili a tutti, si possono seguire facilmente e ce ne sono una gran varietà di tipologie (azionari, settoriali, flessibili, obbligazionari, assicurativi ecc.).
  • E' necessario però sapere cosa si acquista! Quindi sforzarsi di valutare le caratteristiche e le potenzialità del fondo, ma anche saper giudicare il momento più opportuno di entrare.
  • Tenete inoltre presente che i fondi (ed i relativi Gestori) non sono tutti uguali. Infatti nonostante ci siano delle categorie e dei regolamenti ben precisi, non sempre le performance sono simili e, cosa a cui fare ancora più attenzione, non sempre le commissioni di gestione, di entrata o di uscita sono simili. E' importante quindi valutare prima l'Operatore o il Gestore a cui affidare i propri risparmi, così come è necessario selezionare i singoli fondi proposti dalla Banca o dal Promotore a cui ci si è affidati. A questa esigenza cerca di dare una risposta la Consulenza Finanziaria Indipendente così come tante società indipendenti di Rating. 
  • E' molto importante usare lo stesso approccio dell'ambito azionario, (studio della serie storica, analisi e trading), anche con i fondi delle altre tipologie come i fondi flessibili o i fondi obbligazionari. Essi costituiscono tra l'altro un ottimo "appoggio" degnamente remunerato su cui tenere la liquidità quando si è fuori da quelli azionari o più speculativi.
  • Ah, dimenticavo esistono anche le gestioni patrimoniali di fondi, che in linea di massima sono ben strutturate, ma spesso, a fronte di rendimenti non sempre significativi, hanno diversi inconvenienti: investimento minimo molto elevato, scarsa trasparenza, rigidità, costo ed a volte anche doppie commissioni (che il Presidente della CONSOB definisce fraudolente ... Cfr. Relazione Annuale 2001).